Lo zenit è l’intersezione della perpendicolare al piano dell’orizzonte, passante per l’osservatore, con la superficie dell’emisfero celeste visibile

lunedì 27 gennaio 2014

Per fare tutto ci vuole un fiore

C'è un luogo, in Friuli, dove ogni anno, per una lunga giornata, si celebra una sorta di incantesimo.
È un luogo al centro di tutto, al centro della luce, al centro del tempo.
Al centro della gente. Tanta gente. Gente che sorride, che lavora, che parla, che si abbraccia, si ricorda, ascolta, piange, applaude.

È di fatto il luogo di una festa. Una festa che onora la terra e l'uomo. Una festa che fa riflettere, crescere, sperare. Una festa che è un insieme di energia e sospiro, vitalità e riflessione, atto e parola.

È una giornata in cui ti cibi con ingordigia di pensieri così nutrienti da sembrare ovvi e quotidiani, mentre di ovvio e quotidiano c'è ben altro.

Quando sei lì, felice come una bambina nel paese dei balocchi, ti guardi attorno e vedi persone belle che agiscono nel bene, nella limpidità. Persone che illuminano con le loro parole le nostre strade.
Non è così scontata questa strada. Non è così scontata nemmeno questa festa, che per noi, però, è immortale.

È un luogo che vive solamente una giornata all'anno. Una e basta. Non andatelo a cercare domani, dopodomani o fra un mese: non lo troverete, ma troverete la sua anima.

È un luogo che si chiama Famiglia Nonino. È una famiglia numerosa, non saprei dire con esattezza quanti membri ha. Tali membri non sono legati fra loro solamente da un legame di sangue: è soprattutto la comunanza di idee, di valori e di colori a unirli per un giorno che poi diventa per sempre. È una famiglia che ha creato grappe in ampolle magiche e un premio per onorare l'uomo e il suo intelletto.
Il Premio Nonino non si può raccogliere in un insieme di parole o immagini: il Premio Nonino è un modo di vivere e di affrontare la vita. E noi non possiamo far altro che prendere esempio.

Per fare tutto ci vuole un fiore

sabato 27 aprile 2013

Questioni di caratteri

Internet ci regala tutte le puntate di EstOvest, un programma di Rai3 che va in onda la domenica mattina alle 10.45. È una rubrica di approfondimento su notizie che arrivano dall'oriente europeo, più o meno vicino. Spesso anche da oltre il confine orientale, quel confine che si allontana sempre più.
A questo link potete guardarvi con calma l'ultima puntata andata in onda il 21 aprile scorso, che io ho appena visionato. 
Ci sono informazioni interessanti per tutti i venti minuti della puntata, ma oggi scrivo per mettere in evidenza l'ultimo servizio, quello che inizia al secondo 50 del minuto 15: "Questione di caratteri".
Il tema centrale è l'alfabeto.

mercoledì 5 settembre 2012

Ancora da Vienna

Vi ricordate i vini che avevo fatto arrivare da Vienna per la serata con Rumiz? Su Bell'Europa di settembre c'è un articolo intitolato "Vienna, le vigne in città" che parla proprio della produzione vitivinicola nella capitale austriaca.. e fra i produttori nominati c'è anche Wieninger..

sabato 25 agosto 2012

20 anni fa, Vijećnica


Quando lo scorso febbraio ho organizzato la serata "La cotogna di Istanbul: il profumo del ricordo", ho scelto per l'invito l’immagine della biblioteca Nazionale di Sarajevo per due motivi. Innanzitutto perché si tratta di una biblioteca, ed è quindi il luogo per eccellenza dove vengono custoditi e protetti i libri, e “La cotogna di Istanbul” (Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2010) è un libro. In secondo luogo, volevo riportare alla memoria il fatto che questa biblioteca, Vijećnica, è stata bombardata ed incendiata il 25 agosto 1992, durante il conflitto in Bosnia Erzegovina.

lunedì 13 agosto 2012

Non avrei calpestato quel prato

A una ventina di chilometri da Praga, si può visitare un prato.
È un prato verde, che sorvola colline e ospita querce.


Su questo prato verde, fino al 10 giugno 1942, esisteva un villaggio, Lidice si chiamava. C'erano case, donne, bambini, uomini, anime, oggetti, animali: c'era la vita.

martedì 10 luglio 2012

Cinquecentodiciannove

Domani è l'11 luglio.
Cinquecentodiciannove nomi echeggeranno nel silenzio di Srebrenica.
Cinquecentodiciannove date di nascita.
Una unica data di morte.
Domani è il giorno in cui cinquecentodiciannove famiglie potranno iniziare la loro rielaborazione del lutto a distanza di diciotto anni dal genocidio.
Domani è il giorno in cui cinquecentodiciannove anime torneranno alla terra, in modo dignitoso e umano.

martedì 3 luglio 2012

L'arbitro

Il sito dell'Osservatorio Balcani e Caucaso pubblica oggi un'intervista al poeta bosniaco Abdulah Sidran intitolato "L'anima di Sarajevo": «Dobbiamo ricordare che la Sarajevo di oggi è il risultato di un grande male, di un'immensa violenza perpetrata ai danni della nostra patria. - spiega Sidran - Questa violenza non è stata prodotta da un'entità astratta venuta dallo spazio, ma dai nostri vicini di Oriente e in parte di Occidente. La comunità internazionale ha guardato questa violenza con indifferenza per 4, 5 anni. A Sarajevo, oggi, non funziona nulla. Di questo, però, i sarajevesi sono i meno responsabili.» Chi sono i responsabili? «Io credo che la comunità internazionale porti sulle spalle grandi colpe. Si comporta da osservatrice di una partita di calcio, come se non sapesse che qui bisogna arbitrare, non stare a guardare. La gente di Sarajevo non ha alcuna responsabilità per la distruzione che si è abbattuta su di lei, sul multiculturalismo della Bosnia Erzegovina. I responsabili sono gli aggressori e la comunità internazionale che ha premiato l'aggressore concedendogli le basi di diritto per creare la cosiddetta Republika Srpska. Questa è la cosa più importante che è necessario l'Europa sappia.» Cosa può cambiare, 20 anni dopo? «La cosa più importante è dire che oggi la comunità internazionale qui è diventata superflua e insolente, con la sua politica di osservazione... La frase che ripete all'infinito è: "Voi dovete mettervi d'accordo". Pretende di

mercoledì 20 giugno 2012

La bolla di sapone

Lo scorso fine settimana sono andata alla festa "la Repubblica delle idee" a Bologna: quattro giorni dedicati alle firme di questo quotidiano nazionale.
Mi piaceva pensare di dare un volto e una voce a fiumi di parole letti in tutti questi anni.

Sono state giornate in cui ho potuto conoscere ancora meglio il mestiere del giornalista attraverso le varie esperienze quotidiane narrate: semmai un giorno (ma quando mai...?!) potrò vivere scrivendo articoli giornalistici, le "lezioni" che ho seguito a Bologna mi torneranno sicuramente utili.
Per tre giorni, quindi mi sono ossigenata il cervello e le orecchie da un mare di cretinate che purtroppo leggo sempre più spesso un po' qua e un po' là. Sono tornata a casa come se fossi avvolta in una bolla di sapone, ho pubblicato tutta contenta un po' di foto su fb e ho iniziato a scrivere qualcosa (mai pubblicata) anche per questo blog.

La bolla è scoppiata lunedì pomeriggio, quando sono stata riportata alla precaria realtà quotidiana da un comunicato stampa dell'Assostampa FVG

domenica 3 giugno 2012

Una serata oltre con Erica Mou

Ieri sera Erica Mou mi ha incantato. Ospite della rassegna cormonese "Jazz and wine of peace sconfinando", Erica mi ha ipnotizzato per un'ora e mezza con la sua voce, il suo sorriso pulito, il suo padroneggiare la musica e i suoni, le sue parole fuori dal rigo. Veramente un piacere per l'udito e la vista.


giovedì 24 maggio 2012

Stand-by

Dopo un vuoto temporale di qualche settimana, torno qua.
Il vuoto è stato causato da un blocco emotivo: dopo il viaggio a Dubrovnik e Mostar, la mia mente era rimasta là.
Ora è rientrata, ma che fatica.


lunedì 7 maggio 2012

Consegna del Premio Terzani

Sabato scorso, la cerimonia di consegna del Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani è stata una serata veramente da silenzio rispettoso e pensieri lunghi.
Parole, immagini, suoni, musiche, battiti.
Grazie all'organizzazione di vicino/lontano che ha pensato e saputo unire quei volti, quelle voci e quelle note.